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Cercate la Chocolate Valley? È in Toscana!

di Roger Sesto, giornalista

Quando si pensa alla Toscana, vengono subito in mente carne e vino, ma c’è un tesoro gastronomico che non tutti conoscono: la “Chocolate Valley”. Situata tra le province di Pisa, Prato e Pistoia è rinomata per la sua fiorente produzione di cioccolato artigianale di alta qualità. Questa area comprende diversi Comuni tra cui Agliana, Cintolese e Pontedera, che insieme formano una vera e propria valle del cioccolato. Ma da dove arriva questa storica tradizione gastronomica?

Dalle Americhe
passando per la Spagna…

Oggi sono diversi i maestri cioccolatieri che realizzano prodotti a base di cacao nell’areale, raccogliendo un’eredità che viene da lontano. L’arrivo del cioccolato in Europa risale al periodo di colonizzazione delle Americhe, quando Hernàn Cortès cominciò a portarlo in Europa nel ’500. Dapprima fu impiegato alla corte di Carlo V in Spagna come medicamento per la cura di malattie e infezioni, per poi diffondersi – diventando una moda – a uso alimentare nelle case nobiliari europee. In Italia, gran parte della sua diffusione fu grazie al mercante fiorentino Francesco D’Antonio Carletti (1573-1636). Nel 1591, visitando le piantagioni di cacao americane, ebbe ad annotare: si tratta di “un frutto tanto celebre e di tanta importanza, del valore di più di 500.000 scudi ogni anno. Questo frutto serve ancora di moneta per ispendere e comperare sulle piazze cose minute”.

Arrivano i semi di cacao
tra “adorazione” e dibattiti

Così, i primi semi di cacao arrivarono in Toscana già dai primi del 1600, per poi diffondersi come bevanda liquida grazie ai Medici. Si narra che alla corte di Cosimo III de’ Medici l’archiatra speziale Francesco Redi si dilettava a preparare il “Cioccolatte”, a base di scorza di limone, muschio e altri ingredienti. Creando in particolare la cioccolata ai fiori di gelsomino. Numerose sono le testimonianze della diffusione di questo prodotto e molti personaggi famosi lo adoravano. A Firenze, nel 1680, fu pubblicato Differenza tra il cibo e‘l cioccolatte…, che creò un gran dibattito attorno a questo alimento, inducendo a divulgare altri testi sul tema. Nel corso dei secoli, la Toscana ha quindi sviluppato una tradizione del cioccolato artigianale unica nel suo genere, con diverse aziende specializzate, dove gli appassionati del “cibo degli dei” potranno ampiamente soddisfare i loro desideri più golosi.

Una mappa (non esaustiva) delle cioccolaterie da non perdere

È tra le provincie di Prato, Pisa e Pistoia, che si snoda la Chocolate Valley: una tappa golosa in un territorio che ospita prestigiose aziende cioccolatiere e ha ispirato grandi artigiani e maestri del cioccolato. Ad esempio, in un itinerario alla scoperta dei sapori più antichi e degli aromi più autentici, è d’obbligo una sosta a Pontedera; mentre ad Agliana e Monsummano Terme si potranno degustare praline perfette come opere di design. Ma vediamo più nel dettaglio alcune tappe imperdibili.

De Bondt, dal fantastico cioccolato al latte alla miglior pralina del ventennio

Dal matrimonio tra il pasticcere olandese Paul de Bondt e la designer pisana Cecilia Iacobelli, nel 1993 nasce la cioccolateria “De Bondt – Cioccolato originale a Pisa”. Nel 2019 rinnovano il loro progetto aprendo un laboratorio artigianale con vendita diretta e degustazione di infusi, caffè, dolci, cioccolato, spezie e accessori. Realizzano frutta secca ricoperta di cioccolato, cioccolatini, panettoni, tavolette, ma sono famosi soprattutto per le loro praline; infatti, nel 2022 hanno vinto il prestigioso premio “Tavoletta d’Oro” per la miglior pralina al cioccolato degli ultimi vent’anni, con la Pralina al Ben Ryé. Restando imbattibili nella produzione di cioccolato al latte sapido 38%.

Amedei, dalla fava alla tavoletta, dai tartufi Prendimè al Toscano Black

È una fabbrica di cioccolato nata nel 1990 a Pontedera (PI), con l’obiettivo di creare un cioccolato italiano d’eccellenza, dalla fava alla tavoletta. Sotto la guida del maître chocolatier Luca Fiorentini si produce un’ampia gamma di prodotti che nascono dai pregiati semi di cacao dell’Africa e dell’America Centrale. Dalle tavolette alle praline, classiche o con frutta secca, dal cioccolato da taglio della linea Prendimè ai tartufi, la quale include blend di più varietà, frutto di anni di sperimentazioni, ma anche cru monorigine. Riconosciuta in particolare per il cioccolato fondente Amedei Toscano Black al 70% e 80%, organizza anche visite guidate con degustazione in azienda.

Trinci, da storica torrefazione a cioccolateria creativa, dove il concaggio è tabù

A Cascine di Buti (Pi) la sosta si fa da Trinci, storica torrefazione fondata nel 1939, quando il caffè era ancora una bevanda per pochi. La prima bottega si trovava a Firenze, poi spostatasi ad Agliana e infine nel 2003 nella location attuale. Negli anni, quella che era una modesta impresa di famiglia, si è via via ampliata e, nel 2004, Andrea Trinci decide di introdurre anche la produzione di cioccolato artigianale. Un prodotto riconoscibile per l’equilibrata tostatura delle fave di cacao e l’assenza del concaggio. Passaggio che, secondo Trinci, elimina i difetti ma fa disperdere anche i pregi della materia prima. Oggi producono due linee di barrette di cioccolato: Fine Woo da 75 grammi, nelle tipologie fondente e al latte, eventualmente con peperoncino e miele, e Impressioni da 150 grammi, anche nella versione alla vaniglia e cacao.

Da Slitti, caffè e cioccolato, ma anche sfoglie creme spalmabili e cultura

La storia della famiglia Slitti inizia nel 1969, con l’apertura della prima torrefazione di caffè a Monsummano Terme (Pt), per poi passare (anche) alla produzione di tavolette tra le più premiate d’Italia. Oggi si elaborano svariate creazioni a base di cioccolato: barrette, praline, cioccolatini, creme spalmabili. Nella sede storica di Cintolese ci si può fermare per degustare caffè e cioccolato, ma anche sfoglie da colazione, con annessa bottega per la vendita diretta. Nel 2023 viene aperto a Firenze “Slitti Experience”, un nuovo store che non è solo un punto vendita, ma un luogo dove si fa cultura, anche con degustazioni a tema.

Roberto Catinari, Cavaliere della Repubblica ideatore dei cioccolatini al Brunello

Ad Agliana, nel Pistoiese, insiste il laboratorio di uno dei pionieri del cioccolato toscano, nominato Cavaliere della Repubblica nel 2012: Roberto Catinari. Scomparso nel 2021, dopo 20 anni in una cioccolateria di Winterthur in Svizzera, nel 1982 fonda la sua bottega artigianale. La filosofia e la tradizione del noto maestro cioccolatiere viene oggi portata avanti e si concentra su una selezione di praline assortite dagli abbinamenti creativi, tavolette, tortine e creme spalmabili. Per Pasqua immancabili le sue uova decorate a mano. Da provare i cioccolatini ripieni di Vin Santo o Brunello in crosta di zucchero. Si organizzano anche visite guidate presso il laboratorio, per ripercorrere la storia del cacao attraverso una degustazione in compagnia del maître chocolatier dell’azienda.

Pralineria e aromatizzazioni: Bruno Corsini è il top. Sugli scudi il Panforte Glacé

Storica insegna fondata nel 1918 nel cuore di Pistoia, produce da sempre confetti, caramelle e cioccolato. Oggi si possono trovare anche tavolette fondenti, tra cui spiccano quella alla vaniglia e quella al latte dell’Abetone. Ci sono poi cioccolatini e specialità in pralineria, dai classici ripieni al caffè e ai liquori, fino alle Rose del Deserto con i cereali, ma anche cioccolato aromatizzato e speziato con peperoncino, cannella, noce moscata, spezie orientali. Tra le più recenti creazioni, la linea di tartufi e le praline all’Aceto Balsamico di Modena. Il prodotto simbolo di Corsini, però, rimane il mitico Panforte Glacè al cioccolato, creato da Bruno Corsini a metà degli anni ’30.