di Alessandro Pesce, giornalista
Foto principale: di Oliviero Carlo Venturi
Vi è mai capitato di trovare una carta dei vini e rimanere disorientati
perché non riuscite a capirla?
Il risultato è di non essere capaci di identificare i vini elencati e magari
di annoiare i vostri commensali attardandosi nel tentativo di scegliere il vino giusto. E questo perché mancano le informazioni più importati cha aiutano a togliere ogni dubbio.
Quali sono queste informazioni così utili? Per rispondere abbiamo parlato con Paolo Basso, sommelier professionista che a Tokyo si è laureato Miglior Sommelier al Mondo 2013. Dal numero di settembre Réservé Magazine avrà il
piacere e l’onore di iniziare una collaborazione con Paolo Basso così da poter offrire ai propri lettori tutte le risposte alle loro domande.
Paolo Basso è stato anche Campione d’Europa nel 2010 e dopo un notevole riposizionamento professionale, oggi propone i suoi vini prodotti in Ticino. È l’unico dei sedici campioni del mondo dei sommeliers ad avere i suoi propri vini.
È inoltre consulente, insegnante e importatore. In particolare, sia per gruppi di privati che per le aziende, propone corsi per conoscere meglio il mondo del vino. Un’occasione per acquisire un bagaglio conoscitivo sì teorico, ma soprattutto pratico per muoversi in un ambito spesso poco conosciuto. Il livello delle spiegazioni è adattato alle necessità dei partecipanti utilizzando un profilo più conviviale o più tecnico secondo le esigenze. Per i ristoranti, hotel, wine bar, wine-clubs, propone anche consulenze sulla lista dei vini e formazione del personale (modalità di vendita e servizio del vino).
Ma torniamo alla scelta del vino giusto, che può quindi essere una vera sfida, soprattutto quando le descrizioni non offrono informazioni sufficienti per comprendere chiaramente di che vino si tratta. Come ci dobbiamo muovere? “Bisognerebbe trovare in etichetta le risposte a tre semplici domande: chi, dove e quando? Chi inteso per chi lo ha prodotto che è l’informazione più importante, perché ogni produttore ha i suoi parametri qualitativi. Dove, nel senso di denominazione d’origine, perché il vino dovrebbe avere le caratteristiche della zona geografica dalla quale proviene ed al suo vitigno, in modo che a grandi linee ci si può immaginare il suo stile. Ed infine l’annata, per essere certi che il vino sia eventualmente invecchiato ma non vecchio, cosa che capita spesso. Con queste informazioni si può capire di che vino si tratta, ma non sappiamo ancora che qualità trovare nella bottiglia: questo lo scopriremo solo degustandolo. La carta dei vini, quindi, è uno strumento molto importante per il cliente, ma anche e soprattutto per il ristoratore. Non dimentichiamo che il fatturato generato dalle bevande varia dal 30% fino
addirittura al 50%. Cifre che non possono essere lasciate al caso”. (A.P.)
Paolo Basso Wines
Oltre a un assortimento di vini esteri e Champagne, etichette ticinesi come il Bianco di Chiara (Merlot vinificato in bianco), il Fiore di Chiara (Merlot vinificato in bianco con Chardonnay e Sauvignon), il Rosso di Chiara (Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc), il Bouquet di Chiara (Merlot) e il Samhàin (Merlot dallo stile bourguignon).